Continuiamo a lottare

Navi bloccate Attualmente la nave MEDITERRANEA è bloccata in porto per aver salvato vite umane.Totale giorni operativi persi a causa di blocchi e porti lontani Più di 1650 giorni, pari a 4,5 anni.Chilometri inutili percorsi a causa dell'assegnazione di porti lontani Più di 370.000 km, pari a 9 volte il giro del mondo.

Agisci per cambiare le cose

Immagina: il tuo governo è coinvolto nel traffico di esseri umani. Crea e finanzia milizie criminali, le arma e le addestra per rapire esseri umani in mare, trascinarli in campi illegali e rinchiuderli. Senza processo. Senza limiti. In condizioni brutali. E se provi ad aiutare chi sopravvive a questo orrore, diventi tu stesso bersaglio della repressione dello Stato.

Sembra distopico? È la realtà quotidiana alle frontiere dell'Europa. L'UE finanzia le milizie libiche per impedire alle persone di attraversare il mare. Schiavitù, stupri, torture e omicidi contro le persone in movimento - le Nazioni Unite parlano apertamente di crimini contro l'umanità in Libia. Inoltre, a differenza delle ONG europee, le persone in movimento ricevono poca o nessuna attenzione e spesso non hanno i mezzi per avere una rappresentanza legale che le aiuti a lottare per i propri diritti contro i governi europei.

Ma ora basta. Da 10 anni, la società civile in mare fornisce primo soccorso nel Mediterraneo. Per questo siamo stati bloccati, criminalizzati, diffamati. Solo sotto l'attuale governo italiano di estrema destra, le nostre navi di soccorso sono state trattenute in porto per oltre 700 giorni. Ecco perché ora stiamo unendo le forze più che mai, per difendere insieme i diritti umani e il diritto marittimo internazionale.

Visione

A dieci anni dalla lunga estate delle migrazioni, lanciamo la Justice Fleet, la più grande alleanza di organizzazioni civili di ricerca e soccorso mai costituita. Il nostro obiettivo: agire insieme, rafforzare le reti di solidarietà con le persone intrappolate in Libia, respingere gli attacchi politici e difendere i diritti umani. Vogliamo creare pressione, per portare al cambiamento politico.

Porre fine alle detenzioni illegali

Nessun blocco arbitrario delle navi di soccorso. Nessuna prigione illegale in Libia che rinchiude le persone in movimento. Nessuna pena detentiva per i rifugiati costretti a guidare le loro imbarcazioni di fuga. Protezione per le persone in movimento e per tutt* coloro che le sostengono.

Proteggere il diritto internazionale: abolire il decreto Piantedosi

Porre fine al sabotaggio burocratico delle operazioni di soccorso da parte delle autorità italiane. Smettere di cercare di costringerci a obbedire agli ordini illegali di milizie violente come la cosiddetta guardia costiera libica.

Basta con la strumentalizzazione della Libia

La Libia non deve più fungere da mega-prigione e campo di battaglia dell'Europa. Niente motovedette, niente soldi, niente addestramento per le milizie libiche. Niente nuovo memorandum Italia-Libia.

Niente più assegnazioni di porti distanti

Niente viaggi inutili per raggiungere porti distanti. I sopravvissuti devono essere sbarcati rapidamente e devono poter essere trasferiti in modo equo e autodeterminato.

I crimini devono avere delle conseguenze

I responsabili dei crimini contro l'umanità commessi in Libia e nel Mediterraneo devono essere assicurati alla giustizia. Giustizia per le persone lasciate morire in mare e sulla terraferma.

Per la via giusta: vie d'accesso sicure e legali

I diritti umani sono incondizionati. Evacuare le prigioni della Libia e garantite un passaggio sicuro a coloro che cercano protezione e una vita migliore in Europa. È l'unico modo per fermare le morti in mare. I diritti umani sono per tutti o per nessuno.

Alleanza

Navi

Aereo

+10.000 Attivisti

+10 Organizzazioni di sostegno

+155.000 Persone salvate

È fondamentale sostenere la Justice Fleet e proteggere gli spazi di solidarietà e di impegno diretto a favore dei diritti umani che essa genera, contrastando l'aumento dell'ostilità e dell'autoritarismo nel campo della migrazione, anche in mare.

Violeta Moreno-Lax - docente di diritto internazionale

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Loro infrangono la legge. Noi vinciamo in tribunale.

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Il diritto di asilo è stato istituito dopo la Seconda guerra mondiale come lezione e promessa di protezione dall'Olocausto. Oggi, Italia, Germania, Malta, Frontex e l'UE stanno violando il diritto di asilo, attaccando i diritti umani e violando il diritto internazionale. Ecco perché noi, organizzazioni civili di soccorso in mare, sostenute da partner internazionali e sulla base dei rapporti delle Nazioni Unite, stiamo portando questi crimini davanti alla giustizia. E stiamo vincendo una causa dopo l'altra. Dalla Corte europea dei diritti dell'uomo ai tribunali italiani, il verdetto è chiaro: le politiche europee sono illegali.

Difendere i diritti delle persone in movimento

Nel 2019, alcuni rifugiati hanno opposto resistenza al loro rapimento in Libia. Erano stati salvati in mare dalla nave mercantile Vos Thalassa. La nave si era poi diretta verso la Libia. Nel dicembre 2021, la Corte Suprema italiana ha stabilito che i rifugiati hanno il diritto di opporsi ai respingimenti in Libia, in quanto ciò è conforme al diritto internazionale: la Libia non è considerata un luogo sicuro dai tribunali e tali respingimenti sono vietati dal diritto internazionale.

Proteggere il diritto internazionale: abolire il decreto Piantedosi

Dal 2023, lo Stato italiano blocca le navi di ricerca e soccorso per il solo fatto di aver adempiuto al loro dovere: salvare vite umane. Ma noi continuiamo a lottare: stiamo difendendo il diritto internazionale nel Mediterraneo. Ad esempio: nel marzo 2024, la nave Humanity 1 è stata sottoposta a un blocco di 20 giorni. L'equipaggio della nave aveva soccorso 77 persone ed è stato interrotto dalle milizie libiche che hanno usato la forza armata durante il salvataggio. Almeno una persona è annegata. Ma invece di sospendere la cooperazione con la cosiddetta Guardia Costiera libica, le autorità italiane hanno trattenuto la Humanity 1. Il tribunale civile di Crotone ha revocato il fermo nello stesso mese, stabilendo che questo era illegale. Il tribunale ha confermato che la cosiddetta guardia costiera libica non può essere considerata un'autorità competente per condurre operazioni di soccorso in mare, citando casi documentati di aggressioni armate e violazioni dei diritti umani. La Libia stessa non può essere designata come luogo sicuro per lo sbarco a causa delle violazioni sistematiche contro le persone in movimento, tra cui la tortura e la mancanza di accesso all'asilo. Numerose segnalazioni di persone uccise mentre fuggivano dalla Libia sottolineano ulteriormente le conseguenze mortali della legittimazione delle pattuglie libiche con il pretesto della ricerca e del soccorso.

La vita umana prima degli ordini

L'8 luglio 2025, la Corte costituzionale italiana ha stabilito che i capitani possono seguire solo istruzioni legittime e conformi alle norme di soccorso in mare. Gli ordini che mettono in pericolo la vita umana non sono vincolanti e la loro disobbedienza non può essere punita. Ciò chiarisce che le istruzioni della cosiddetta guardia costiera libica non sono mai legittime. In un altro caso, il tribunale di Crotone, in Italia, ha stabilito che la cosiddetta guardia costiera libica e il cosiddetto centro di coordinamento del soccorso libico non sono soggetti legittimi per il soccorso.

L'Italia è responsabile

Nel caso Vos Triton, le autorità italiane hanno coordinato il rapimento di 170 persone in Libia. La nave mercantile Vos Triton aveva soccorso le persone in difficoltà in mare e poi, con il sostegno dello Stato italiano, le aveva consegnate alla cosiddetta guardia costiera libica. Una persona ha intentato una causa e un tribunale italiano le ha concesso un visto umanitario. È stato chiaramente stabilito: l'Italia era responsabile del rapimento illegale in Libia e doveva mitigarne le conseguenze.

I crimini devono avere delle conseguenze

Il 27 marzo 2023, la Missione delle Nazioni Unite sulla Libia ha dichiarato: L'UE e i suoi Stati membri sostengono la cosiddetta guardia costiera libica con denaro, imbarcazioni e attrezzature. In questo modo, contribuiscono al sequestro illegale di rifugiati in mare e alla detenzione illegale di coloro che cercano protezione in Libia.Gli esperti delle Nazioni Unite affermano chiaramente che l'UE sta favorendo e incoraggiando crimini contro l'umanità.

Nel novembre 2022, il Centro europeo per i diritti costituzionali e umani (ECCHR) ha presentato una denuncia alla Corte penale internazionale contro funzionari dell’UE, dell’Italia, di Malta e della Libia. Il motivo: l’intercettazione sistematica di persone in movimento nel Mediterraneo – con il sostegno dall’UE e il coordinamento di Italia e Malta – costituisce un crimine contro l’umanità.

In Francia, è stata presentata una denuncia penale contro Fabrice Leggeri, ex direttore di Frontex e ora membro di estrema destra del Parlamento europeo. Le organizzazioni per i diritti umani Ligue des Droits de l’Homme e Utopia56, in qualità di querelanti congiunti, lo accusano di crimini contro l’umanità e tortura nel Mediterraneo.

Nel 2023, i relatori speciali delle Nazioni Unite hanno criticato l’Italia per aver trattenuto la Geo Barents e la Sea-Watch 5 sulla base del decreto Piantedosi. Hanno definito i blocchi infondati e hanno avvertito che questa legge blocca illegalmente il soccorso civile in mare, viola i diritti fondamentali e contravviene al diritto marittimo internazionale.

Casi giudiziari vinti

Lista degli episodi di violenza in mare da parte delle milizie libiche

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